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La preghiera, terapia vitale


La preghiera, terapia vitale

Il potere curativo della preghiera è il fenomeno spirituale più analizzato dai ricercatori occidentali, superato di numero soltanto dagli studi sulla morte e sulle esperienze di pre-morte. Vi è una ragione essenziale che giustifica una ricerca così assidua sulla capacità di guarire della preghiera: sono, infatti, innumerabili le situazioni in cui medici, infermieri e familiari hanno constatato come la preghiera abbia interessato profondamente il recupero dei loro pazienti o cari. Molti studi confermano ciò che il personale medico ha osservato attraverso il tempo e in ogni angolo del pianeta. Le prove sono lampanti. La preghiera non solo può essere considerata terapeutica, ma migliora anche atteggiamenti e punti di vista di chi cerca di cambiare in meglio. E, altra buona notizia: è un processo così semplice che chiunque può partecipare alla guarigione degli altri.
Nell’ultimo mezzo secolo, ricercatori provenienti dai maggiori paesi hanno riferito oltre duecento inchieste, formalmente verificate, di fenomeni di guarigione legati alla preghiera. In ogni singolo caso il protocollo d’indagine è stato attentamente vagliato da vari scienziati e specialisti attivi in ambiti medici differenti. Gli oratori coinvolti negli studi erano definiti guaritori, gente anche con cinque o più anni di esperienza professionale – inclusi infermieri, medici, sacerdoti, sciamani nativi americani, chi-gong, maestri reiki o qualificati in altre discipline. Da dieci a venti guaritori pregavano per uno o più pazienti oggetto di studio. Tutte le inchieste includevano almeno un gruppo di controllo in cui i partecipanti non beneficiavano di alcuna preghiera. Ogni guaritore pregava per la o le stesse persone per un periodo di due o più mesi. Di tutta evidenza, pregare per guarire richiede più di uno sforzo unico od occasionale!
Ai fini della ricerca la preghiera è stata definita in svariati modi – da «comunicazione con un potere superiore finalizzato alla guarigione» al più complesso «influsso mentale a distanza su sistemi viventi» (fonte: US National Institute of Mental Health, 1990). L’importanza di estendere dai soli esseri umani ad altre forme di vita biologica la portata di chi – o cosa – viene influenzato dall’orazione è tanto più evidente osservando la molteplicità di ciò su cui incide la preghiera. La ricerca contemplava, infatti, gli effetti delle preghiere su cancro, leucemia, AIDS, malattie cardiache, disturbi da stress, tentativi di suicidio, recupero post-operatorio, complicazioni neonatali da parto prematuro, alterazioni del DNA, invecchiamento, affezioni respiratorie, artrite, cicatrizzazione. Inoltre, gli scienziati hanno analizzato l’impatto delle preghiere su piante, germogli, animali e molecole coltivate in laboratorio. Di tutta evidenza le preghiere di guarigione stimolano al cambiamento non soltanto le persone, ma tutti i tipi di organismi biologici.
Che cosa suggeriscono i risultati di queste ricerche? Fatto oltremodo eccezionale, oltre due terzi dei resoconti giungono alla conclusione che la preghiera ha conseguenze significative – venti volte maggiori degli effetti attribuibili al caso! Fra i pazienti in condizioni critiche per i quali si è pregato il tasso di mortalità era inferiore rispetto ai pazienti critici dei gruppi di controllo che non hanno beneficiato di preghiere a distanza. Inoltre, fra i pazienti inclusi nelle preghiere i sintomi persistenti erano meno numerosi, i dolori meno intensi e la guarigione più rapida. E, aspetto interessante, le persone per le quali si è pregato hanno raccontato di percepire una grandissima energia, di avere maggiore entusiasmo per la vita in generale e di provare un particolare senso di comunione con tutti gli esseri viventi e il mondo che li circonda.
Larry Dossey, MD, una fra le maggiori autorità in materia di preghiera come efficace mezzo di guarigione, compila la ricerca medica e discute i tipi di orazione con gli effetti migliori. Egli ne distingue di due tipi: la preghiera che intercede e la preghiera che chiede. L’intercessione chiede ad una forza suprema di intercedere per proprio conto. La supplica è il tipo di preghiera in cui una o più persone chiedono un intervento che faccia migliorare la salute di qualcuno. Al di là di ogni dubbio, gli studi dimostrano che il modo migliore per ottenere un impatto positivo su una malattia è utilizzare la supplica. Il malato, o il ferito, ha bisogno che altri preghino per lui. E più numerose sono le persone che pregano, più manifesto è il risultato positivo. Questo spiega perché i cerchi di preghiera siano diventati tanto popolari fra le persone spiritualmente attive: funzionano!
Una volta che sappiamo pregare in gruppo, è importante determinare le parole che funzionano meglio. Qui gli studi non sono così conclusivi. In pratica i ricercatori hanno preso in esame la preghiera direttiva e quella non direttiva: la persona che prega chiede un risultato specifico, indirizzando l’intento verso una determinata parte del corpo con lo scopo di sanare una precisa malattia, oppure la richiesta è più generale ed esorta un nuovo stato di salute senza specificare i miglioramenti necessari. Sembra che la preghiera direttiva, che chiede intenti particolari, funzioni soltanto se il richiedente è una persona direttiva o autorevole. In caso contrario, l’approccio migliore è quello più aperto, che utilizza termini generali e tralascia i dettagli dell’indisposizione. Per la maggior parte di noi, è sufficiente formulare una semplice richiesta di salute.
Gli studi indicano altresì che la preghiera ha un impatto maggiore sull’indisposizione se la persona ammalata ascolta audio-cassette, crea immagini di salute, pensa positivo e/o utilizza altri strumenti di auto-aiuto. E i risultati dell’orazione sono tanto più importanti e netti quanto più la malattia è grave o le lesioni sono estese. Le persone in condizioni peggiori traggono i benefici maggiori. Ebbene, pare proprio che la preghiera sia la risposta, beh, alle nostre preghiere!
Gli sviluppi di questi studi non vanno tenuti in considerazione soltanto dagli esperti del ramo sanitario, ma da chiunque sia consapevole della salute. Come i medici, tutti noi desideriamo poter cambiare opinione su ciò che è possibile. In questa ricerca sulla preghiera c’è la prova che in ogni malattia si trova un nucleo di benessere, anche quando le condizioni sono gravi e debilitanti. Dobbiamo soltanto essere disposti a chiudere gli occhi e credere nella nostra capacità, come esseri umani, di attingere a nuovi stati di vitalità e di generare un futuro di salute. Le difficoltà sorgono quando ci convinciamo che simili miracoli non siano alla nostra portata. Eppure, la maggior parte di noi concorda nell’affermare che è importante abbracciare ciò che la scienza corrobora. Quando gli aspetti feriti delle persone chiedono a gran voce aiuto, pregando possiamo portare alla luce altre dinamiche fondamentali che sussurrano: «Funziono in modo affidabile, permettimi di prosperare!».  
Di Eileen ike West - Gente Sana febbraio 2011