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Biocarburanti - Opportunità o illusione?


Mentre con la coscienza o il borsellino contrariati, si continua a riempire il serbatoio di benzina, sempre più frequentemente circola un vocabolo dal prefisso che suona come una promessa: biocarburanti; un paradosso?

Elettricità, biodisel, idrogeno, sono alcune delle alternative proposte nel recente passato che già hanno dimostrato i loro limiti. Se non prodotta da fonti rinnovabili l’elettricità ha un impatto ambientale paragonabile ai moderni motori a combustione, e i veicoli soffrono di limitazioni di autonomia; il biodisel, ottenuto da colza o girasole, richiede estensioni di coltivazioni che emanano gas a effetto serra (N20) trecento volte più potenti dell’anidride carbonica; l’idrogeno richiede troppa energia nel processo di produzione. Torna ora alla ribalta il bioetanolo, già in uso agli albori dell’industria automobilistica per poi essere soppiantato dai derivati del petrolio. Lo corteggiano in Europa, dove ci si è prefissi di metterlo nel 5% dei serbatoi entro il 2010, mentre in Brasile ha registrato una vera e propria esplosione e negli USA gode di facilitazioni e incentivi. Nell’autunno del 2006 sono giunti sul mercato Svizzero i primi modelli di autovettura concepiti per una miscela dell’85% di etanolo e 15% di benzina e con essi i primi distributori: se ne contano attualmente tre e se ne prevede una ventina, tutti oltre Gottardo. Questi veicoli hanno raggiunto le migliori valutazioni nella classifica di efficienza stilata annualmente dall’Associazione Traffico Ambiente, che comunque ammonisce: poco influente sul piano dell’anidride carbonica, il bioetanolo ha importanti esalazioni di gas nocivi per la salute quali ossidi di azoto (NOx), monossidi di carbonio (CO) e idrocarburi (HC). Come nel caso della colza vi è poi lo scoglio della produzione, che può avvenire anche dallo sfruttamento di scarti vegetali selezionati, ma privilegia le coltivazioni ad hoc che entrano in concorrenza con l’agricoltura alimentare e la biodiversità (in Brasile diversi ettari di foresta già sono sacrificati alla produzione di questo carburante). Il bioetanolo Svizzero è attualmente ricavato dall’abete rosso da parte della Borregaard Svizzera SA, un’azienda norvegese attiva nell’estrazione di lieviti, cellulosa e lignina; ma non si escludono in futuro importazioni dal Brasile.

Tra tutte le alternative, quella più promettente sembra essere oggi il gas naturale, o metano. Il gas naturale è un carburante estratto da giacimenti sotterranei, dunque una materia prima esauribile; un prodotto simile è però ottenuto dalla fermentazione di masse vegetali, si tratta del biogas. Biogas e gas naturale possono essere usati nei medesimi serbatoi separati o miscelati. Mentre il gas naturale in Svizzera viene importato da Olanda, Germania, Russia e Italia attraverso gasdotti, vi sono aziende che già producono in loco biogas, sfruttando gli scarti vegetali.

Nei paesi europei l’utilizzo di gas naturale è in piena espansione, la Svizzera accusa marcati ritardi, e il Ticino è in fase embrionale. Da noi interrogati sui motivi di questo ritardo i responsabili del Centro di competenze per la mobilità sostenibile - infovel (già Progetto VEL e VEL2) affermano di sostenere attualmente i veicoli a metano. Il Progetto VEL era invece nato, su mandato dell’Ufficio Federale dell’Energia, per verificare vantaggi e svantaggi dell’uso quotidiano dei veicoli elettrici. Veicoli che, secondo il direttore Infovel Raffaele Domeniconi, restano da noi i più performanti in assoluto in quanto non producono gas nocivi quando circolano e, con l’elettricità fornita in Ticino, le emissioni di anidride carbonica sono quasi azzerate.

L’espansione della propulsione a gas naturale nei paesi europei è avvenuta anche grazie alla possibilità di modificare i veicoli a benzina già in circolazione, inserendo un serbatoio nel vano della ruota di scorta. Modifiche che ad esempio in Italia godono di sovvenzioni statali, per cui passare dalla benzina al gas costa mediamente 1'700 Euro, di cui 650 a carico dello Stato, più 100 di spese di collaudo. Grazie all’iniziativa dell’ing. Romeo Ricca di Cadenazzo, anche in Ticino si possono apportare queste modifiche ma a un costo che supera i 6'500 franchi, in quanto è necessario sottoporre ogni veicolo a un’omologazione che comporta una spesa dai 3 ai 4'000 franchi. “Siamo l’unico paese in Europa ad avere ancora in vigore queste restrizioni”, afferma Ricca deluso dallo stagnare della situazione dopo dieci anni di battaglie. Nel corso del Progetto VEL questa possibilità non è mai stata promossa in quanto si ritiene che la trasformazione di veicoli ad elevato consumo energetico non sia pagante: “Le trasformazioni hanno senso solo se applicate su auto nuove ed eseguite con la massima perizia”.

Crede nel gas naturale il Touring Club Svizzero che ha proposto al Governo ticinese la riduzione del 50% dell’imposta di circolazione per vetture a gas naturale, e in Ticino offre uno sconto del 3% sul carburante ai soci che fanno il pieno di gas. “I veicoli elettrici godono dell’esonero dall’imposta di circolazione. Il TCS ritiene che ogni alternativa vada considerata e sostenuta. Diversi cantoni in Svizzera sovvenzionano l’acquisto di auto al gas naturale, mentre il Governo ticinese ha semplicemente ignorato questa proposta”, ci dice Ricca. (Al momento in cui scriviamo il Consiglio di Stato ha avanzato la proposta di promuovere l’acquisto di veicoli efficienti adeguando la tassa di circolazione all’etichetta energetica. Una sorta di compromesso tiepidamente accolto dalle associazioni ambientaliste e decisamente respinto dalle associazioni di automobilisti, tra cui il TCS).

Nel frattempo un distributore di gas naturale è sorto a Bioggio e uno spunterà con la primavera a Mendrisio. Non illudiamoci, comunque, l’unico modo per disporre dell’automobile verde oggi consiste nel dipingerla. Seppur con un impatto inferiore del 50% rispetto alla benzina anche la combustione di gas naturale, come ogni combustione, produce esalazioni nocive quali il metano (CH4) anche causa dell’effetto serra, idrocarburi e ossidi di azoto. Un 50% di inquinamento in meno che potrebbe inoltre essere velocemente cancellato dal 50% di circolazione in più, visto il costo di questo carburante di un terzo inferiore a quello della benzina. Ciò significherebbe ritrovarsi ai piedi della scala, con più traffico, più ingorghi, più stress e posteggi e strade da potenziare. Significativo il primo Eco Rally tenutosi lo scorso mese di ottobre a San Marino, o i nuovi veicoli a gas spesso con cilindrate che superano i 1900 cm3. “Con auto che pesano più di una tonnellata e consumano la stessa quantità di energia di una casa, sarà difficile trovare soluzioni sostenibili. Occorre razionalizzare la mobilità utilizzando in modo intelligente i vari sistemi di trasporto e abbandonare l’equazione mobilità uguale ad auto”, afferma Domeniconi. Insomma, pare che i meccanismi su cui è più pressante intervenire siano quelli che connettano l’agire dell’uomo con la sua ragione.

Di Cindy Fogliani - Rivista Gente Sana - marzo 2007